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Stagione teatrale di Bari 2023-24: dal 4 al 7 aprile al Teatro Piccinni "Moby Dick alla prova" di Orson Welles, regia di Elio De Capitani

Cultura e Turismo Comunicati stampa

Stagione teatrale di Bari 2023-24: dal 4 al 7 aprile al Teatro Piccinni "Moby Dick alla prova" di Orson Welles, regia di Elio De Capitani

Nell’ambito della stagione teatrale 2023/24 “Altri Mondi” del Comune di Bari, organizzata in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese, Torna a Bari il teatro dell’Elfo con “Moby Dick alla prova” di Orson Welles (dal 4 al 7 aprile), diretto da Elio De Capitani, in esclusiva regionale. Gli orari come sempre sono: giovedì 4 alle 19.30, venerdì 5 e sabato 6 alle 21, domenica 7 alle 18.

Moby Dick alla prova, scritto (oltre che, a suo tempo, diretto e interpretato) da Orson Welles, è lo spettacolo a cui Elio De Capitani ha lavorato nel corso dell’inverno del 2020/21 e che è giunto al debutto l’11 gennaio 2022 all’Elfo Puccini di Milano, ottenendo un grande successo.

“Il testo di Welles, inedito in Italia, è un esperimento molteplice - sottolinea il regista -. Blank verse shakespeariano, una sintesi estrema del romanzo, personaggi bellissimi, restituiti in modo magistrale e parti cantate. Noi abbiamo realizzato questo spettacolo ‘totale’, con in più la gioia di una sfida finale impossibile: l’apparizione del capodoglio. E con un semplice trucco teatrale siamo riusciti a crearla in scena”.

La produzione di questo spettacolo di dimensioni corali vede associati il Teatro dell’Elfo e il Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale. In scena accanto a De Capitani (che interpreta Achab, padre Mapple, Lear e l’impresario teatrale) troviamo Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Marco Bonadei, Enzo Curcurù, Alessandro Lussiana, Massimo Somaglino, Michele Costabile, Giulia Di Sacco, Vincenzo Zampa.

Il cast salda le eccellenze artistiche di tre generazioni di interpreti. La musica dal vivo di Mario Arcari e i canti diretti da Francesca Breschi (vibranti rielaborazioni degli sea shanties) riempiono intensamente la scena generando emozioni profonde, in uno spazio dominato da un fondale enorme, eppure leggero, cangiante e mutevole, capace di evocare l’immensità del mare e la presenza incombente del capodoglio.

Orson Welles portò al debutto il suo testo il 16 giugno 1955, al Duke of York’s Theatre di Londra.

Lo mise in scena in un palco praticamente vuoto, scegliendo di non dare al pubblico né mare, né balene, né navi. Solo una compagnia di attori e se stesso in quattro ruoli, Achab compreso. E vinse la sfida di portare in teatro l’oceanico romanzo di Melville gettando un ponte tra la tragedia di Re Lear e Moby-Dick: l’ostinazione del re - che la vita, atroce maestra, infine redimerà - si rispecchia in quella irredimibile, fino all’ultimo istante, dell’oscuro e tormentato capitano del Pequod.

Splendidamente tradotto per l’Elfo dalla poetessa Cristina Viti, il copione di Welles restituisce con forza d’immagini la prosa del romanzo.

Il programma della quattro giorni si arricchisce, nell’ambito del progetto TPP Dentro la scena, anche di due incontri con Elio De Capitani e la compagnia dedicati alla promozione del pubblico, nell’ottica dell’approfondimento e della consapevolezza rispetto ai temi trattati e della conoscenza delle realtà teatrali.

Venerdì 5 aprile, dalle ore 10 alle 13, al Teatro Piccinni ,nell’ambito del progetto TPP- Accademia di Belle Arti “Dal palcoscenico alla platea. Un’esperienza con la prosa contemporanea”.

Sabato 6 aprile, sempre al Teatro Piccinni, alle ore 11, si terrà invece il dialogo “Natura. Madre o matrigna?”, interverrà Massimo Trotta, del CNR; a moderare l’incontro Giancarlo Visitilli.

Agli incontri si accede prenotandosi su EVENTRIBE:

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-dentro-la-scena-natura-madre-o-matrigna-740154691607?aff=oddtdtcreator

Dalle note di regia di Elio De Capitani:

Achab, come Kurtz in Cuore di tenebra, per devastare la natura, soggioga i suoi simili e ne fa strumento del suo odio, con estrema facilità: compito agevole, dopotutto… La mia unica ruota dentata sa mettere in moto i loro diversi meccanismi… ed eccoli tutti in moto…

Vitalismo rapace, prepotentemente - ma non esclusivamente - occidentale, che rappresenta quella parte d’umanità che ci porta al disastro, al gorgo mortale che inghiotte la Pequod. Siamo alla sesta estinzione di massa, siamo al riscaldamento globale, siamo sull’orlo del baratro e continuiamo a correre. Generando odiatori meno mitici ma altrettanto ferali di Achab.

Diciamolo: Moby-Dick parla di noi, oggi. Ne parla come solo l’arte sa fare. Cogliendo il respiro dei secoli - tra passato e futuro - nel respiro di ogni istante della nostra vita.