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F 3258 Cratere apulo a volute a figure rosse

Cratere apulo a volute a figure rosse

 Cratere apulo a volute a figure rosse

Funzione: Vaso per contenere e mescolare vino.
Datazione: 330-310 a.C.
Attribuzione: Pittore dell’Oltretomba.
Misure: altezza: cm 102.
Provenienza: Ceglie del Campo.
Epoca del rinvenimento: XIX secolo.
Luogo di conservazione: Antikensammlung, Staatliche Museen zu Berlin (F 3258).

 

Descrizione

Decorazione accessoria: all’attacco inferiore delle anse, un’articolata composizione di palmette contornate da girali; attorno al piede si svolge una bella rappresentazione di corteo marino con Nereidi su draghi e delfini.

Lato A
Sul collo: Eracle sconfigge Gerione. Alla presenza di Atena, a sinistra, ed Ermete, sulla destra, viene rappresentato il mito di Eracle che sconfigge il mostro Gerione, definito “tricefalo” e spesso rappresentato nell’iconografia antica con due gambe e tre corpi. Eracle, in nudità eroica, veste la pelle del leone nemeo (leontè) e brandisce la clava mentre sta per colpire Gerione, accasciato al suolo. Il mostro è rappresentato con una complessa visione di trequarti, con un primo torso esanime e un secondo torso che, invano, brandisce la lancia contro l’eroe semidivino. Sulla testa di Eracle vola una Vittoria (Nìke).
Sul corpo del cratere, nel campo della decorazione principale si sviluppa una complessa raffigurazione composta da undici figure umane e diverse figure di animali. La scena rappresenta il culmine della caccia al cinghiale calidonio. Al centro, il cinghiale dal pelo ispido, trattato con vernice rosso-bruna, è attaccato da diversi cani; tra le altre figure, attorno alla grande fiera si accalcano Meleagro, in basso a sinistra, con una lancia dalla punta seghettata, e una figura femminile. La giovane donna, riconoscibile dal corto chitone e dall’arco, raffigura Atalanta, eroina introdotta da Euripide nel mito della caccia calidonia. In alto, a destra, sono raffigurati a cavallo i gemelli divini Castore e Polluce.
Nell’insieme, la scelta delle due raffigurazioni può essere interpretata come allusione al superamento dei pericoli nella vita mortale.

Lato B
Sul collo: Medea e Giasone. Medea, seduta e abbigliata alla maniera orientale, accoglie Giasone e i suoi compagni giunti in Colchide per la conquista del vello d’oro. Ai margini della scena assistono due figure alate, identificate come i gemelli Zete e Calai, figli del dio del vento Borea, che accompagnarono gli eroi della spedizione della nave Argo.
Sul corpo: Bellerofonte combatte la Chimera. Bellerofonte, figlio di Poseidone, accompagnato dal cavallo alato Pegaso, è raffigurato in basso, al centro della scena, mentre si scaglia con la lancia verso la Chimera. Il mostro della mitologia greca è descritto da Omero come un essere davanti leone, al mezzo capra e dietro drago. Bellerofonte è accompagnato da tre donne guerriere, le Amazzoni, giunte in aiuto dell’eroe. La scena è completata in alto dalla presenza di divinità: sono riconoscibili Atena ed Ermete che, seduti, osservano lo svolgersi della battaglia.

L’anfora è attribuita al Pittore dell’Oltretomba, allievo e stretto seguace della bottega tarantina del Pittore di Dario, la personalità più significativa tra i ceramografi apuli dei grandi crateri a volute prodotti nella seconda metà del IV secolo.

 

Bibliografia

Kästner E., Saunders D., Gefährliche Perfektion: antike Grabvasen aus Apulien. Kurzführer durch die Ausstellung, Berlin: Antikensammlung, Staatliche Museen zu Berlin, 2016, pp. 26-27.
Trendall A. D., Cambitoglou A., Second supplement to The red-figured vases of Apulia, London 1992, p. 533.
Furtwängler A., Beschreibung der Vasenammlung im Antiquarium I-II, Berlin 1885, pp. 910-912.

 Cratere apulo a volute a figure rosse