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Domani la consegna del negativo del Piccinni su lastra di vetro alla Soprintendenza: Decaro riceve l’erede del fotografo Antonelli

Cultura e Turismo Comunicati stampa

Domani la consegna del negativo del Piccinni su lastra di vetro alla Soprintendenza: Decaro riceve l’erede del fotografo Antonelli

Domani, venerdì 28 febbraio, alle ore 11.15, nel foyer del Teatro comunale “Niccolò Piccinni”, in occasione del ritiro da parte della Soprintendenza del negativo su lastra di vetro alla gelatina al bromuro d’argento, esposto in una delle sale del Teatro Piccinni dal giorno della riapertura, il sindaco Antonio Decaro saluterà la signora Annamaria Antonelli, nipote di Angelo Antonelli, autore dello scatto e fondatore nel 1883 dell’omonima ditta poi divenuta uno degli studi di fotografia più importanti di Bari e del Sud Italia.

 

Descrizione storico-tecnica

 

Il negativo su lastra di vetro alla gelatina al bromuro d’argento raffigurante l’originario apparato decorativo del Teatro comunale “Niccolò Piccinni” precedente all’intervento di restauro del 1914, è conservato presso la Fototeca della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Città metropolitana di Bari (SABAP-BA). Viene depositato alla fine degli anni ’90 insieme a un corredo di lastre formato 30x40 (cm) realizzate dalla ditta Fratelli Antonelli nel 1903 in occasione dell’ultimazione dei lavori di costruzione del Teatro Petruzzelli.

Dal punto di vista storico e tecnico, l’utilizzo delle lastre “ultra sensibili” alla gelatina ai sali d’argento permise di realizzare le prime riprese fotografiche dell’interno dei suddetti teatri e testimonia la diffusione e la commercializzazione di prodotti fotosensibili finiti e pronti per l’uso. L’introduzione della gelatina ai sali d’argento, avvenuta negli anni Ottanta del XIX sec., rappresentò una vera e propria rivoluzione nella storia della fotografia, segnando il passaggio da un procedimento di preparazione manuale dello strato sensibile alla fabbricazione industriale. I nuovi materiali da ripresa, denominati “lastre secche” o “asciutte” per distinguerle dal precedente procedimento al collodio umido, avevano il vantaggio di essere più pratici, ma soprattutto più sensibili, permettendo non soltanto la realizzazione di un maggior numero di foto, ma anche la ripresa in condizioni di luce fino a pochi anni prima proibitive.