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Al via Bari Social Food, il programma promosso dall'assessorato al Welfare per il contrasto agli sprechi alimentari, il recupero delle eccedenze e la redistribuzione alla rete solidale cittadina

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Al via Bari Social Food, il programma promosso dall'assessorato al Welfare per il contrasto agli sprechi alimentari, il recupero delle eccedenze e la redistribuzione alla rete solidale cittadina

 Al via Bari Social Food, il programma promosso dall‘assessorato al Welfare per il contrasto agli sprechi alimentari, il recupero delle eccedenze e la redistribuzione alla rete solidale cittadina

È stato presentato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo di Città, Bari Social Food, il progetto promosso e realizzato dall’assessorato al Welfare per il contrasto degli sprechi alimentari, la raccolta, la redistribuzione delle eccedenze tra persone e nuclei familiari in condizioni di disagio socio-economico e la promozione, nel medio-lungo periodo, di una maggiore sensibilità e consapevolezza sui temi dello spreco e dell’impatto ambientale, sociale ed economico che il mancato utilizzo delle risorse eccedenti comporta.

È ormai noto che oltre 1/3 della produzione alimentare resti inutilizzata e che tali eccedenze producano gravi impatti ambientali, economici e sociali, un fenomeno ancora troppo sottovalutato ma che deve essere affrontato nelle sue molteplici implicazioni.

Solo per fare un esempio, nel 2020 sono finiti nella spazzatura 27 kg di cibo a testa. Lo spreco alimentare vale, oggi, 6,4 miliardi di euro e sfiora i 10 miliardi, se si considerano anche le perdite in campo e lo spreco nell’industria e nella distribuzione. I prodotti maggiormente sprecati sono le verdure (25%), seguiti da latte e latticini (17,6%) e dalla frutta (15,6%). Circa il 50% degli alimenti buttati è rappresentato da prodotti che non sono stati consumati in tempo e che risultano avariati o scaduti.

Per garantire modelli sostenibili di produzione e consumo l’ONU individua come obiettivo addirittura il dimezzamento dello spreco alimentare globale pro-capite: coerentemente con questo principio la città di Bari ha sottoscritto nel 2015 il Milan Urban Food Policy Pact (MUFPP - Patto di Milano), un patto internazionale promosso dalla città di Milano e sottoscritto da oltre 200 città di tutto il mondo, che impegna i sindaci a lavorare per rendere sostenibili i propri sistemi alimentari, garantire cibo sano e accessibile a tutti, preservare la biodiversità, lottare contro lo spreco.

Per questo nasce il progetto Bari Social Food, finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito dell’avviso pubblico per la co-progettazione per il “Il rafforzamento delle reti locali per il contrasto agli sprechi alimentari e farmaceutici e il recupero delle eccedenze”, in attuazione della L.R. 13/2017, e attuato dalla rete di progetto (individuata ad esito di avviso pubblico) costituita dalla cooperativa sociale C.A.P.S., dall’APS Farina 080, dall’associazione di solidarietà sociale Rogazionisti Cristo Re onlus e da C.I.F.I.R. onlus.

“Oggi presentiamo l’avvio di questo nuovo programma cittadino per il contrasto agli sprechi alimentari, il recupero e la redistribuzione solidale delle eccedenze - ha esordito Francesca Bottalico - che si accompagna a un percorso socio-culturale ed educativo più ampio, rivolto all’intera città a partire dai bambini e le bambine con percorsi educativi nelle scuole e nei presidi sociali e con una campagna di comunicazione integrata. È un progetto che abbiamo voluto fortemente realizzare anche a seguito dell’esperienza vissuta durante la pandemia, che ha visto diversi ristoratori o esercenti di attività alimentari donare in favore delle persone più vulnerabili senza però poter contare su una rete strutturata per la distribuzione.
Con Bari Social Food, quindi, rafforziamo la rete delle antenne territoriali - come parrocchie, associazioni e realtà del privato sociale - quotidianamente impegnate nella redistribuzione degli alimenti fornendo loro, nell’ambito del progetto, strumentazioni e attrezzature utili per la conservazione e lo stoccaggio degli alimenti raccolti. Oggi più che mai è necessario adottare un sistema integrato e avviare azioni, tanto a livello locale quanto globale, per razionalizzare l'impiego del cibo prodotto, introducendo nuove tecnologie, sistemi di controllo, soluzioni innovative e buone prassi con l’obiettivo di educare tutti al valore del cibo e alla cultura del recupero solidale auspicando, nel medio-lungo periodo, un cambio di approccio culturale e una maggiore sensibilità e cura rispetto ai temi degli sprechi e dell'impatto sociale, ambientale, ed economico che il mancato riutilizzo delle ricorse comporta.
Per questo ringrazio le associazioni che realizzeranno materialmente le azioni progettuali e il gruppo di lavoro che in assessorato ha seguito il progetto, che si inserisce in un più ampio percorso di food policy intrapreso dalla nostra amministrazione”.

“Bari Social Food si inserisce nella cornice più ampia della strategia alimentare locale che la città di Bari si è impegnata a redigere in occasione dell’Expo di Milano 2015 - ha specificato Vitandrea Marzano, responsabile della Bari Food Policy nel Gabinetto del Sindaco -. Sottoscrivendo il Patto di Milano, abbiamo insediato un gruppo di lavoro interassessorile con ricercatori dell’Università di Bari, del Politecnico, del CNR, dello IAMB e dell’Università di Milano e nei prossimi mesi contiamo di discutere il Piano con le associazioni locali. Le azioni riguarderanno il controllo delle filiere di produzione del cibo, la sensibilizzazione delle famiglie al consumo responsabile, la filiera corta nelle mense e nella distribuzione, il contrasto allo spreco e alla povertà alimentare, l’agricivismo urbano e la didattica ambientale”.

“Bari Social Food ha come obiettivo quello di “modellizzare” un sistema di raccolta e redistribuzione delle eccedenze alimentari in favore delle persone e delle famiglie in maggior difficoltà - ha proseguito Maria Cristina Di Pierro, dirigente dell’Osservatorio per l’inclusione sociale e il contrasto alla povertà dell’assessorato al Welfare -. A Bari, infatti, è già operativa un’iniziativa spontanea in tale senso, ma per noi questo progetto rappresenta l’occasione per testare un’azione sperimentale integrata da consolidare poi secondo il modello complessivo della redistribuzione delle eccedenze e la riduzione degli sprechi sul territorio cittadino.
Questo progetto ci consentirà da un lato di ampliare la platea dei donatori, dall’altra di metterli in collegamento con le antenne di distribuzione che raccolgono le eccedenze alimentari e che, allo stato, spesso non riescono a stoccare tutte le tipologie di cibo (secco, fresco, lavorato, surgelati). Parallelamente potremo efficientare il sistema di distribuzione sia dal punto logistico, grazie alla piattaforma Bring the food, sia organizzativo, con la disponibilità di automezzi che raccolgono presso i grandi donatori per consegnarli alle antenne territoriali, lavorando al contempo sulle attività di sensibilizzazione e di formazione, fondamentali per agevolare quel cambio di mentalità oggi più che mai necessario.
È importante sottolineare, inoltre, che le aziende che vorranno donare potranno accedere ad una serie di agevolazioni, tanto ai fini Iva quanto ai fini delle imposte sui redditi”.

“Bari Social Food è un’esperienza del tutto complementare alle molteplici iniziative portate avanti dalla nostra organizzazione per tutelare la condizione delle fasce più vulnerabili della popolazione e promuovere sul territorio opportunità di coesione ed equità sociale - ha dichiarato Marcello Signorile del CAPS -. Bari Social Food consentirà infatti di rendere più efficace il sistema cittadino di raccolta e redistribuzione di eccedenze alimentari, operando così un'attività di contrasto degli sprechi alimentari realmente incisiva. La rete di recupero delle eccedenze alimentari si avvarrà del supporto della più valida piattaforma informatizzata dedicata alla gestione dell’articolato processo di donazione, raccolta e redistribuzione, denominata “Bring the Food”, già in uso in altre importanti esperienze.
Grazie a questa piattaforma, gli esercizi commerciali della città potranno indicare la presenza di prodotti in scadenza o eccedenti e il sistema provvederà a segnalare questa disponibilità alle cosiddette “antenne territoriali di distribuzione”, associazioni ed enti del terzo settore del territorio aderenti all'iniziativa, che si occuperanno di distribuire queste eccedenze a singoli e nuclei familiari in condizione di fragilità socio-economica.
L'attività prevederà inoltre una massiccia campagna di sensibilizzazione contro gli sprechi alimentari incentrata sulla sostituzione del termine “spreco” con azioni positive: recupero, condivisione, donazione, riutilizzo, trasformazione del cibo”.

“Come APS Farina 080 abbiamo deciso di mettere a valore il lavoro compiuto in questi anni sul fronte della lotta allo spreco alimentare, andando a sviluppare ulteriormente la pratica di welfare generativo avviata con il progetto Avanzi Popolo 2.0 - ha sottolineato Marco Ranieri di Farina 080 -. Questo sia sul fronte educativo, con la conduzione di laboratori anti-spreco dedicati ai bambini, sia sul versante del rafforzamento dei nodi infrastrutturali di quartiere capaci di determinare un consolidamento virtuoso dei canali di contatto tra mondo produttivo ed enti no profit”.

“L’intervento dei Regazionisti e del Cifir nell’ambito del progetto- ha concluso Franco Lorusso dei Rogazionisti Cristo re onlus - è focalizzato sulla formazione delle nuove generazioni sulla cultura dello spreco, in particolare gli sprechi alimentari. Prepariamo i ragazzi attraverso dei percorsi formativi, già attivati in una serie di istituti scolastici nel territorio del Municipio II, per offrire a tutte le scuole la possibilità di realizzare su questi temi percorsi strutturati dal punto di vista didattico e pedagogico. A tal fine abbiamo ideato dei veri e propri toolkit didattici da mettere a disposizione dei docenti delle scuole di ogni ordine e grado che siano interessati ad affrontare temi cruciali come quello del recupero e della redistribuzione delle eccedenze alimentari con i loro studenti”.

 

Molteplici le iniziative e gli interventi previsti nell’ambito di Bari Social Food, che saranno realizzati entro dicembre 2022:

  • attività formative e di sensibilizzazione in diversi istituti scolastici della città: dalla scorsa primavera gli operatori del progetto hanno coinvolto alcune scolaresche degli istituti comprensivi “Aristide Gabelli”, “Don Lorenzo Milani - Ungaretti”, “Massari Galilei”, “Nicola Zingarelli” e del convitto “Domenico Cirillo” attraverso la pratica del foodsharing e la realizzazione di moduli didattico-laboratoriali sui temi della lotta allo spreco, della sostenibilità ambientale e del consumo responsabile. Sono previste inoltre attività di formazione “antispreco” nel percorso triennale di “Operatore della ristorazione”, realizzato da C.I.F.I.R. ONLUS nell'ambito delle attività di contrasto alla dispersione scolastica, cui parteciperanno 27 giovani nella fascia d’età 14 - 18 anni.
  • mappatura degli spazi cittadini (cosiddette antenne territoriali di distribuzione), quali parrocchie e associazioni, che in tutta la città supporteranno la redistribuzione delle risorse e delle eccedenze recuperate in favore delle persone in difficoltà: a breve le antenne saranno geolocalizzate sull’applicazione digitale Bari Social che mostrerà la distanza dalla propria posizione. Allo stato i punti di raccolta già attivi sono le parrocchie San Sabino (Madonnella), Maria SS. Addolorata Don Guanella (Poggiofranco), Parrocchia San Luca (Japigia), San Francesco da Paola (Picone) ma altri se ne aggiungeranno a breve.
  • attivazione di un sistema virtuoso di donazione e recupero di eccedenze alimentari per mettere in connessione, in primo luogo a scala di quartiere, gli esercizi commerciali con le parrocchie, le associazioni e i servizi impegnati nell’attività di redistribuzione del cibo in eccedenza recuperato. A tal fine, da un lato si è proceduto al potenziamento della dotazione strutturale (frigoriferi, scaffalature, pozzetti) delle antenne territoriali di distribuzione in quanto realtà impegnate nel recupero e redistribuzione di eccedenze alimentari, dall’altro è stata adottata la piattaforma informatica “Bring the food” che consentirà a chiunque (commercianti, ristoratori, cittadini, produttori) di segnalare la disponibilità di cibo eccedente, attivando un contatto immediato con le antenne territoriali di distribuzione diffuse sul territorio affinché i prodotti vengano prontamente recuperati e redistribuiti gratuitamente, destinandoli prioritariamente a persone e nuclei familiari in condizione di disagio socio-economico.
  • pubblicazione di un avviso di manifestazione di interesse (online dal 15 novembre nella sezione Bandi e Concorsi / Altri avvisi a questo link e sul portale “Bari partecipa” nella sezione “Opportunità”) rivolta agli esercizi commerciali del territorio, produttori, ristoratori, cittadini finalizzata a promuovere la pratica della donazione delle eccedenze e dei prodotti in scadenza attraverso l’iscrizione alla piattaforma “Bring the food” raggiungibile tramite il sito www.barisocialfood.it alla sezione “Se sei un’azienda”. L’iscrizione prevede anche degli incentivi simbolici per incoraggiare la partecipazione dei commercianti baresi.
  • attivazione della mensa San Annibale in via Zuccaro, dove volontari formati per il recupero degli sprechi, preparano la cena da asporto distribuendo 50 pasti al giorno a persone in situazione di povertà.
  • una campagna di comunicazione, ideata dall’agenzia Laboratoriocom, rivolta ad aziende produttrici, commercianti e famiglie, finalizzata a fornire informazioni sul tema degli sprechi alimentari e ad offrire valide strategie e soluzioni per riutilizzare il cibo in eccedenza. La campagna multisoggetto, declinata attraverso un logo e un claim che promuove la cancellazione dello spreco e la sua sostituzione con azioni positive (recupero, condivisione, donazione, riutilizzo, trasformazione del cibo), prevede l’affissione di manifesti stradali, la distribuzione di brochure informative, la diffusione di stickers (realizzati in materiali ecosostenibili) che saranno applicati sul cibo recuperato e una iniziativa di guerrilla marketing da veicolare sui social per diffondere una nuova sensibilità sulle buone pratiche contro gli sprechi.

 

Sul sito di progetto www.barisocialfood.it sono disponibili una serie di informazioni ulteriori rivolte a cittadini e aziende che vogliano aderire all’iniziativa.

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