Indicatori demografici 2016

Il report offre un profilo sintetico dei principali aspetti demografici della città di Bari:

Bilancio demografico

  • Al 31/12/2016 la popolazione nella città di Bari ammonta a 324.198 unità, in diminuzione, rispetto all’anno precedente, di circa 2.000 unità. Tale popolazione si articola in 137.412 famiglie (con un numero medio di componenti pari a 2,38)  ed in 150 convivenze che contano circa 1.600 residenti. La popolazione barese presenta un saldo naturale negativo (-887) ed un saldo migratorio leggermente positivo (+657) che danno luogo ad un tasso di crescita totale negativo, pari a -0,7%.
  • Gli stranieri residenti sono 13.055 e rappresentano il 4,03% della popolazione totale,  valore che risulta mediamente più elevato, se confrontato con quello regionale, dove gli stranieri sono il 3,15% del totale, ma decisamente più basso rispetto dato nazionale, dove gli stranieri sono l’8,33% della popolazione totale residente in Italia. 
    Da evidenziare che gli stranieri risultano in aumento rispetto all’anno precedente, di circa 600 unità, e  che tale incremento riguarda quasi totalmente il genere maschile.
    Nel complesso si tratta di diverse nazionalità, soprattutto asiatici e africani, ma ci sono anche europei e sudamericani.
    La maggiore incidenza riguarda cittadini di nazionalità Georgiana (pari al 13,13% del totale di stranieri), per i quali il numero di donne è quatto volte quello degli uomini; seguono Albanesi (per il 10,15%) e Rumeni (9,23%). Anche in questi ultimi due casi il rapporto di femminilità è superiore a 100, cioè indica una maggiore presenza di donne.
    La popolazione straniera presenta un’età media di oltre 10 anni più giovane rispetto ai cittadini italiani (35,5 stranieri e 45,6 italiani).

 

Mortalità e Natalità

  • Nel 2016 le nascite sono state 2.256 (6,9 per mille residenti),  in leggera diminuzione rispetto al 2015 e con un rapporto dei sessi pari a 104 maschi ogni 100 femmine.
  • I morti nel 2016 sono stati 3.143, con un tasso di mortalità pari al 9,6 decessi ogni 1.000 abitanti.
  • La speranza di vita si assesta a 86,4 anni per le donne e 82 anni per i maschi.
  • Il tasso di fecondità, parametro che esprime in media il numero di figli che mette al mondo una donna nell’arco della sua vita feconda, aumenta leggermente rispetto al 2015 passando da 1,20 a 1,22.
  • L’età media dei genitori alla nascita dei figli si assesta a 32 anni per le madri e 35,1 anni per i padri.

 

Movimenti migratori

  • Il saldo migratorio, cioè la differenza tra il numero di Immigrati ed il numero di Emigrati dai registri anagrafici per trasferimento di residenza, è positivo e fa registrare +676 unità, corrispondenti a un tasso migratorio netto del 2,1 per mille.
  • Nel 2016 si contano 5.501 iscrizioni in anagrafe dall’estero (il 28% delle quali riguarda cittadini stranieri) e 4.825 cancellazioni (il 90% delle quali si riferisce a migrazioni verso altri comuni italiani). Nello specifico da evidenziare che, a fronte di 1.566 iscrizioni per trasferimenti di residenza di cittadini stranieri dall’estero e da altri comuni italiani, 569 cittadini stranieri emigrano; diversa il fenomeno se guardiamo ai cittadini italiani. Infatti, mentre le iscrizioni risultano 3935 (il 72% del totale), le cancellazioni per trasferimento di residenza verso altri comuni italiani o esteri sono 4.256. 

 

Indici demografici

  • Non arretra il processo di invecchiamento, assoluto e relativo. Gli ultrasessantacinquenni sono 75.483 mila, e fanno registrare un Indice di invecchiamento pari al 23,3% del totale.
    Fra essi, si contano oltre 22.500 ultraottantenni, pari a circa il 7% della popolazione totale.
    Da evidenziare che, mentre il dato relativo alla classe di età “65 e oltre” risulta in aumento rispetto al 2015, la popolazione nel totale subisce una contrazione, attribuibile esclusivamente  alle classi di età più giovani; infatti,  sia la classe 0-14 anni di età (che rappresenta circa il 12% della popolazione totale), sia quella in età lavorativa(15-64 anni, pari a 208.629) risultano in diminuzione. Il rapporto fra queste ultime due classi fornisce l’Indice di dipendenza giovanile, ed è pari a 19,2, pari quasi alla metà dell’ Indice di dipendenza strutturale degli anziani (ossia il rapporto percentuale tra gli anziani  e la popolazione in età lavorativa).
  • L’indice demografico di dipendenza strutturale, ossia il Rapporto percentuale tra popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e più) e popolazione in età attiva (15-64 anni) supera di poco 55 (maggiore per le donne); mentre l’indice di dipendenza degli anziani, cioè il Rapporto percentuale tra gli anziani (65 anni e oltre) e la popolazione in età lavorativa (15-64 anni) si attesta 36. Entrambi gli indicatori risultano in aumento rispetto all’anno precedente.

 

Si rimanda alla documentazione allegata per una lettura più dettagliata delle informazioni descritte.